23.05.2003
Il carciofo romanesco col marchio di protezione
Potrete essere certi di mangiare il famoso “carciofo romanesco del Lazio” soltanto se porta la sigla IGP (indicazione geografica protetta). Lo ha stabilito una norma pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e approvata dalla Commissione CE che però ha posto, come condizione, il divieto assoluto di trattamenti con fitoregolatori usati per ottenere artificialmente frutti e ortaggi più grandi. Il carciofo romanesco, che è più saporito di tutti gli altri, viene coltivato in alcuni comuni limitrofi a Roma: Montalto di Castro, Tarquinia, Cerveteri, Ladispoli, Civitavecchia, Tolfa. La sua coltivazione risale ai tempi degli Etruschi. In alcune tombe della necropoli di Tarquinia sono state, infatti, rinvenute alle pareti raffigurazioni di foglie di carciofo come ornamenti.