05.05.2025
Obesità, BMI e forma fisica: cosa dicono gli studi
Durante l’Obesity Day Summit 2025, svoltosi a inizio marzo, è stato presentato un aggiornamento sulla situazione dell’obesità in Italia. I dati mostrano un quadro allarmante, in particolare per quanto riguarda bambini e adolescenti. Gli studi più recenti indicano che esistono diversi fattori di rischio per la salute. In particolare, la forma cardiorespiratoria può avere un ruolo determinante, forse ancora più del classico indice di massa corporea (BMI) sempre usato in casi di obesità, nel prevenire malattie cardiovascolari.
Obesità in Italia: un confronto globale
I numeri diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano chiaro. A livello mondiale, una persona su otto vive con obesità. Complessivamente, 2,5 miliardi di adulti risultano in sovrappeso, di cui 890 milioni in condizione di obesità.
Quasi la metà della popolazione globale (43%) ha un peso in eccesso, e il 16% rientra nei parametri clinici dell’obesità. Ma il dato più preoccupante riguarda i più giovani. Dal 1990 a oggi, mentre nei giovani adulti l’obesità è più che raddoppiata, tra gli adolescenti è quadruplicata.
In termini assoluti, oltre 390 milioni di bambini e ragazzi tra i 5 e i 19 anni hanno problemi di peso, e 160 milioni di questi sono obesi. Il problema inizia anche prima: 37 milioni di bambini sotto i 5 anni rientrano già nella fascia dell’eccesso di peso.
In Italia, applicando le medie percentuali globali alla popolazione nazionale tra i 3 e i 19 anni, si stima che circa 2,4 milioni su un totale di 8,9 milioni di bambini e adolescenti siano in eccesso ponderale.
Obesità: forma cardiorespiratoria vs BMI
L’indice di massa corporea (BMI) è lo strumento più utilizzato per definire sovrappeso e obesità. Tuttavia, un recente studio pubblicato dal British Journal of Sports Medicine suggerisce che la forma cardiorespiratoria possa rappresentare un fattore di rischio più significativo del BMI, sia per le malattie cardiovascolari sia per la mortalità per altre cause.
Secondo Siddhartha Angadi, professore associato di fisiologia dell’esercizio presso la University of Virginia School of Education and Human Development e autore corrispondente dello studio, “forma fisica (e BMI), a quanto pare, è molto più importante dell’obesità quando si tratta di rischio di mortalità”.
Perché è fondamentale migliorare la forma fisica
Angadi sottolinea che “l’esercizio fisico è più di un semplice modo per consumare calorie. È un’eccellente ‘medicina’ per ottimizzare la salute generale e può ridurre ampiamente il rischio di malattie cardiovascolari e di morte per tutte le cause per persone di tutte le taglie”.
Questa affermazione si basa sull’analisi di 20 studi che hanno coinvolto un totale di 398.716 adulti di diversi Paesi. Circa un terzo dei partecipanti era composto da donne, in aumento rispetto a indagini precedenti. Lo studio evidenzia che, sebbene l’obesità sia collegata a molte condizioni di salute, la perdita di peso non è l’unica via per ridurne l’impatto. Inoltre, mantenere il peso perso può rivelarsi difficile e, in certi casi, persino rischioso.
Il rischio della dieta yo-yo
Glenn Gaesser, professore presso l’Arizona State University e coautore dello studio, ricorda che “la maggior parte delle persone che perdono peso lo riacquistano”.
Secondo i ricercatori, i cicli ripetuti di perdita e recupero del peso – noti come dieta yo-yo – sono associati a rischi per la salute paragonabili a quelli dell’obesità cronica.
In questo contesto, migliorare la forma cardiorespiratoria può essere una strategia più sostenibile, contribuendo a ridurre gli effetti negativi legati alla continua oscillazione del peso corporeo.
L’impatto di un’attività fisica anche solo moderata
Angadi conclude osservando che “la più grande riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause e per malattie cardiovascolari si verifica quando gli individui completamente sedentari aumentano modestamente la loro attività fisica”.
Questo miglioramento può essere ottenuto anche con attività semplici come camminare a passo sostenuto più volte alla settimana, accumulando circa 30 minuti al giorno.