23.05.2007
Acqua potabile e deroghe
Le ultime deroghe riguardano Lazio, Toscana, Trento e Bolzano, ma prima ce n’erano state tante altre. L’acqua del rubinetto non dovrebbe per legge contenere sostanze indesiderabili oltre certi limiti. Purtroppo ciò non è sempre possibile per cui una legge del 2001 aveva previsto la possibilità di deroghe su richiesta delle singole Regioni, che avrebbe dovuto avvisare i cittadini ma che in realtà nessuno ha mai fatto. Intanto molte aziende degli acquedotti sono state praticamente privatizzate e per poter far quadrare i conti, dato che spesso per render l’acqua “a norma” ci vogliono grossi investimenti, chiedono deroghe alle Regioni che poi sono “girate” al Ministero della Salute. Da un’indagine risulta che le deroghe sono rivolte sostanzialmente a poter superare il limite dell’arsenico, dei cloruri e dei nitrati. L’arsenico spesso è presente naturalmente nel sottosuolo, specie quello di origine vulcanica e in parte è ceduto da alcuni antiparassitari, lavorazioni industriali, discariche, ecc. I cloruri sono di fatto utilizzati per potabilizzare l’acqua: superando i 200 microgrammi/litro si incomincia a sentire il sapore del cloro. Pensate che la legge ne ammette l’uso fino a 800 microgrammi e in diverse Regioni si sono avute deroghe che hanno raggiunto i 1300 mcg. Si può ben immaginare che quest’acqua sia potabile, ma con un vero saporaccio! Per ultimo i nitrati che provengono principalmente dai concimi azotati usati per incrementare la produzione dei foraggi. Dato che costano poco se ne adoperano in grande quantità. L’organo addetto al controllo della potabilità dell’acqua, che ha competenza ad intervenire, è la ASL di zona.