23.07.2025
Rapporto Sport 2024: numeri e tendenze che caratterizzano l’Italia
Il Rapporto Sport 2024, redatto sulla base dei dati relativi al biennio 2022–2023, offre una fotografia dettagliata del sistema sportivo italiano, tanto sotto il profilo economico quanto sociale. Nel 2022, il settore ha raggiunto un valore di 24,7 miliardi di euro, pari all’1,38% del PIL nazionale. Si tratta di un incremento significativo (+12,6%) rispetto all’anno precedente.
Le attività maggiormente rilevanti in termini di valore economico sono quelle connesse allo sport in senso lato, come la produzione di attrezzature e abbigliamento tecnico, seguite da servizi e attività sportive dirette. L’occupazione nel comparto sportivo ha superato le 412.000 unità, con un aumento del 2,5% rispetto al 2021, pur restando sotto i livelli pre-Covid.
Il legame tra sport, salute e stili di vita
Il Rapporto evidenzia con chiarezza che sovrappeso e obesità restano problematiche diffuse nel nostro Paese.
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Tra gli adulti, il 35,4% è in sovrappeso e circa il 12% è obeso, con un trend in crescita.
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In ambito europeo, l’Italia presenta una contraddizione evidente: adulti tra i più magri, ma bambini con una delle incidenze più alte di obesità.
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Tra i bambini di 8-9 anni, quasi un terzo è in eccesso di peso, con le regioni del Sud, come la Campania, tra le più colpite.
Attività fisica e sedentarietà in Italia, i trend in atto
Paragonando tra loro le recenti rilevazioni ISTAT, riprese anche da Rapporto Sport 2024, si nota che la tendenza a praticare esercizio fisico è mediamente in aumento.
Nel 2023, il 28,3% degli italiani praticava sport in modo continuativo, pari a 16,2 milioni di persone. Un dato in aumento rispetto al 2013 (+3,6 milioni in dieci anni), ma ancora distante da standard ottimali.
Nel 2024, la quota è salita al 28,7% della popolazione, corrispondente a circa 21,5 milioni di italiani dai 3 anni in su. Si tratta di un miglioramento sensibile, che consolida il trend di crescita osservato negli ultimi anni.
Anche la sedentarietà mostra un andamento in discesa. Se nel 2023 il 35% della popolazione si dichiarava completamente sedentaria, nel 2024 questa percentuale è scesa al 32,8%, raggiungendo il livello più basso della serie storica.
Permangono differenze significative per genere e area geografica. Nel 2023:
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gli uomini attivi con regolarità erano il 32,9%;
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le donne attive con regolarità il 24%;
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le donne sedentarie il 38,8%;
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gli uomini sedentari il 31%;
Nel 2024, i dati aggiornati indicano:
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uomini che praticano sport continuativamente: 43,4%
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donne che praticano sport continuativamente: 31,8%
Il divario di genere si è progressivamente ridotto, passando da circa 17 punti percentuali nel 1995 a 11,6 punti nel 2024.
Sul piano territoriale, nel 2023 la sedentarietà superava il 50% in regioni come Campania, Sicilia e Basilicata che, in base ai dati, non sembra abbiano fatto grandi passi in avanti.
Nel 2024, la pratica sportiva è risultata più diffusa nel Nord-Est (43,9%), seguita dal Nord-Ovest (41,7%) e dal Centro (41,5%), mentre nel Mezzogiorno la quota resta più bassa, attestandosi al 27,9%.
Anche il livello di istruzione continua a essere un fattore determinante. Le persone con titolo di studio più elevato praticano sport con maggiore costanza.
Focus su bambini e adolescenti
Nella rilevazione precedente si osservava, tra i giovani di età compresa tra i 6 e i 17 anni, una ripresa nella pratica sportiva dopo la battuta d’arresto causata dalla pandemia. In particolare, tra i bambini dai 6 ai 10 anni, oltre due terzi praticavano sport in modo continuativo.
Tra gli adolescenti, però, soprattutto tra le ragazze, emergevano tassi più elevati di abbandono e sedentarietà. Questo fenomeno suggeriva la necessità di interventi mirati per mantenere l’interesse sportivo nelle fasce preadolescenziali e adolescenziali.
Nel 2024, i dati ISTAT confermano e in parte ampliano il quadro:
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nella fascia 6–14 anni, il 75,6% pratica sport; di questi, il 66,7% lo fa in modo continuativo e l’8,9% in modo occasionale;
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tra gli adolescenti di 15–17 anni, la percentuale di pratica sportiva si attesta al 66,1%;
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il fenomeno del dropout interessa 1,56 milioni di giovani tra i 10 e i 24 anni;
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le ragazze abbandonano più frequentemente: il 21,6% rispetto al 15,1% dei ragazzi.
Il confronto tra i dati conferma una partecipazione sportiva elevata nei bambini e un lieve calo nella fascia adolescenziale, soprattutto tra le ragazze.
Il dato sottolinea la necessità di strategie mirate per sostenere la continuità della pratica sportiva anche dopo la prima infanzia.
Il valore sociale dello sport
Il valore dello sport si estende ben oltre i confini della salute individuale. Secondo il Rapporto Sport 2024, l’attività fisica produce effetti positivi documentati anche su coesione sociale, inclusione e rigenerazione territoriale.
Il ritorno sociale dell’investimento (SROI) è stimato in oltre 4,5 euro per ogni euro investito. In particolare, i progetti sportivi localizzati in aree svantaggiate o marginali mostrano impatti significativi, soprattutto laddove l’accesso allo sport è storicamente limitato.