Fitness influencer? Il richiamo al ruolo chiave del Personal Trainer
7 Luglio 2025

In un contesto sempre più dominato da algoritmi, reels motivazionali e promesse di trasformazioni lampo, il ruolo del Personal Trainer rischia di essere messo in ombra dai fitness influencer.
Soprattutto per chi parte da una condizione di sedentarietà o insicurezza, i contenuti diffusi sui social possono apparire come soluzioni rapide, accessibili e vincenti. Bastano pochi esercizi al giorno, un challenge da seguire per una settimana e il corpo si trasformerà.
È un linguaggio seducente, semplice e immediato. Parla la lingua della velocità e della perfezione: il corpo come prodotto finito, il movimento come mezzo per ottenere un’estetica da esibire. Il pericolo? Che si scelga la via più breve, quella più pop, a scapito del percorso più lento, ragionato e scientificamente valido che un Personal Trainer può e deve garantire.
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Allenamento da social? Rischio di semplificazioni fuorvianti
Comprimere il concetto di allenamento in una story o in un video da pochi secondi porta, spesso inevitabilmente, a banalizzazioni. Trasformare il training in una sfida contro sé stessi, o peggio, in una competizione con gli altri, è un errore. E questo errore si inserisce in un contesto digitale in cui la fidelizzazione dell’utente è sempre più complessa. La frammentazione dell’attenzione e l’algoritmo che ci sommerge di offerte “miracolose” rendono difficile, persino per i profili con molti follower, costruire una reale autorevolezza.
Nel mondo digitale non c’è spazio per il dubbio metodologico o per la progressione graduale. Al contrario, si susseguono promesse e sfide: pancia piatta in una settimana, allenamenti “per tutti”, trasformazioni fulminee.
L’utente medio, soprattutto se vulnerabile o alla ricerca urgente di un cambiamento, finisce per seguire più influencer contemporaneamente, senza guida né verifica. Le conseguenze di un insieme di esercizi non adeguatamente predisposti e supervisionati? Nella migliore delle ipotesi: fastidi articolari.
L’illusione dell’allenamento “universale”
Ecco che spuntano HIIT ad alta intensità, challenge di pochi giorni, programmi che ignorano qualsiasi forma di personalizzazione.
“Non sai fare un push-up? Cominciando dal primo e poi aggiungendone uno al giorno, io ora ne faccio 365 di fila!”. Un esempio di sfida con sé stessi che ignora completamente nozioni basilari di biomeccanica, adattamento, progressività.
Questo tipo di messaggio non solo banalizza il movimento, ma lo snatura. L’educazione al movimento richiede comprensione, gradualità e controllo.
Lo sa bene Federconsumatori, che ha ricevuto numerose segnalazioni da cittadini confusi, disorientati e, in alcuni casi, vittime delle conseguenze dell’aver seguito le indicazioni dei fitness influencer, con dolori eccetera. Proprio Federconsumatori ha, infatti, lanciato un allarme.
Fitness influencer e impatto psicologico
Secondo uno studio pubblicato su ScienceDirect, il messaggio iniziale dei fitness influencer è positivo: promuovere uno stile di vita sano. Tuttavia, ciò che viene recepito può sfociare in problematiche psicologiche e comportamentali legate a:
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esercizio compulsivo e dipendenza;
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distorsione dell’immagine corporea;
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ansia legata all’aspetto fisico e sintomi depressivi;
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riduzione dell’autostima;
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controllo ossessivo della dieta;
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utilizzo scorretto di farmaci;
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calo della qualità della vita.
Mancanza di personalizzazione: i rischi sono concreti
I social sono nati per favorire l’interazione, ma quando si parla di fitness, l’interazione si perde. I profili con migliaia o milioni di follower diffondono protocolli preconfezionati, standardizzati, ignorando l’individualità e il rischio. Nessuna anamnesi, nessuna verifica tecnica, nessun adattamento: l’utente rimane solo davanti al proprio schermo.
Il risultato? Da un lato si espone il corpo a rischi reali: sovraccarichi, movimenti scorretti, assenza di progressività. Dall’altro, si annullano le possibilità di ottenere risultati concreti.
E la motivazione? Certo, può esserci, alimentata da musica epica e frasi motivazionali. Ma quanto dura quando gli addominali non arrivano, il dolore alle ginocchia compare e la composizione corporea – mai valutata, nella maggior parte dei casi – non cambia?
Il fitness come esibizione: un pericolo per la salute pubblica
Se i social diventano vetrine per l’ego invece che strumenti di divulgazione, il concetto stesso di fitness si svuota del suo valore educativo. Si trasforma in intrattenimento, in estetica, in ricerca di approvazione digitale.
L’esercizio fisico, invece, è un presidio di salute. È talmente importante che può essere prescritto come farmaco. Ma perché sia efficace, deve essere monitorato, personalizzato, seguito. L’assenza di supervisione espone al rischio di:
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lesioni muscolari e tendinee (strappi, tendiniti, stiramenti);
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sovraccarico articolare (soprattutto su ginocchia, spalle, colonna vertebrale);
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sindrome da sovrallenamento, con affaticamento cronico e disturbi dell’umore;
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problemi cardiovascolari, specie in assenza di anamnesi;
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disturbi psicologici, frustrazione e burnout, soprattutto nei giovani.
Serve un riferimento solido e preparato
Allenarsi non significa accumulare “mi piace”. Significa seguire un percorso. E il percorso ha bisogno di metodo, pazienza, competenza.
Affidarsi a un Personal Trainer qualificato non è un lusso da perfezionisti, ma una scelta responsabile. Preferire contenuti basati su evidenze scientifiche, personalizzabili, chiari e coerenti è il primo passo per tutelare sé stessi.
Educare al pensiero critico rispetto ai fitness influencer e non solo
Oggi, leggere i social con spirito critico è una forma di autodifesa. Non tutto ciò che è virale è corretto, e non tutto ciò che ispira è replicabile. Per questo, il Personal Trainer ha una missione educativa: aiutare le persone a distinguere tra allenamento reale e intrattenimento estetico.
Allenarsi sì, ma con cognizione. Con progressività. Con un professionista al proprio fianco. Non con una playlist di video motivazionali.
Il corpo è una macchina complessa, che richiede cura, studio, attenzione. E una guida reale, preparata, presente.