Ricomposizione corporea: falsi miti e indicazioni utili

9 Luglio 2025
ricomposizione corporea alcune indicazioni utili per i personal trainer

Nella relazione tra Personal Trainer e cliente che vuole “ritrovare la forma”, il tema della dieta è sempre presente. È fondamentale chiarire che la prescrizione di un piano alimentare spetta esclusivamente a un biologo nutrizionista o dietista regolarmente iscritto all’Albo professionale. Detto questo, il Personal Trainer può (e deve) affiancare il cliente con informazioni corrette, strumenti di comprensione e buone pratiche che supportino il lavoro motorio. Soprattutto quando si affronta un processo complesso come la ricomposizione corporea, un obiettivo sempre più richiesto ma spesso frainteso.  Il cliente vuole dimagrire, ma non sa cosa significhi realmente modificare la composizione del proprio corpo.

Parlarne in modo consapevole, sfatando miti ed evitando semplificazioni, è una parte importante del lavoro professionale del Trainer.

Ricomposizione corporea: di cosa si tratta (e cosa non è)

Quando si parla di ricomposizione corporea, non si tratta semplicemente di perdere peso. Il peso, infatti, è solo un numero e non riflette il vero stato fisico di una persona. Il corpo è composto da massa grassa, massa magra (muscoli, ossa, organi) e acqua corporea (TBW). È il rapporto tra questi elementi a definire salute, performance e forma fisica.

L’obiettivo della ricomposizione è ridurre il grasso in eccesso e al contempo preservare o aumentare la massa muscolare. Ma attenzione: questo processo non si affida a “diete a caso” o a scorciatoie drastiche. Richiede una pianificazione alimentare precisa, coerente con l’attività fisica,

Come spiega Davide Ravera, biologo nutrizionista, chinesiologo e tutor ISSA Europe, servono basi scientifiche solide, buone pratiche e una comunicazione onesta su ciò che funziona davvero.

Errori comuni e falsi miti

Il primo mito da sfatare è che “dimagrire” equivalga a “perdere grasso”. Non è così. Spesso, nelle fasi di calo di peso si perdono anche muscoli, soprattutto se l’alimentazione è sbilanciata o l’allenamento non è adeguato.

“Non si può agire su uno switch automatico: perdere peso non è sinonimo di ricomposizione corporea”  ricorda Ravera.

E poi c’è il tema della palestra: non si lavora direttamente sul grasso, ma sui muscoli. Aumentare la massa muscolare, però, non incide in modo così significativo sul metabolismo come spesso si pensa. Un chilo in più di muscolo aumenta il dispendio calorico giornaliero di appena 20 kcal circa. Evitiamo quindi promesse miracolose su accelerazioni metaboliche legate solo all’aumento muscolare.

Inoltre, è sbagliato demonizzare il grasso corporeo. Il tessuto adiposo ha una funzione essenziale: è un vero e proprio organo endocrino, produce ormoni, partecipa al metabolismo e sostiene la risposta immunitaria. Nelle donne, è fondamentale anche per la produzione di estrogeni. Una perdita eccessiva di grasso può portare a squilibri ormonali e disfunzioni mestruali.

Perché la bilancia non basta

Il numero indicato dalla bilancia non racconta la qualità della composizione corporea. Due persone con lo stesso peso possono avere corpi molto diversi. Per questo, nel lavoro con il cliente, è utile spostare l’attenzione dal “quanto peso” al “di cosa è fatto il mio peso”.

In un percorso di ricomposizione, è indispensabile abbinare una dieta strutturata a un programma di allenamento con carichi progressivi.

“Ogni seduta deve introdurre una variazione – sottolinea Ravera – che sia nel carico, nelle ripetizioni o nell’intensità. Solo così si stimola un adattamento”.

Nutrienti: proteine sì, ma anche carboidrati

Un altro aspetto critico è l’approccio ai macronutrienti. Spesso si esagera con le proteine o si eliminano i carboidrati. In realtà, le proteine sono fondamentali, soprattutto in un’ottica di preservazione muscolare, ma i carboidrati sono altrettanto importanti, in particolare intorno all’orario dell’allenamento, quando servono a sostenere la performance e il recupero.

Attenzione particolare dopo i 50 anni

Con l’avanzare dell’età, il corpo cambia. Uomini e donne over 50 iniziano fisiologicamente a perdere massa muscolare. È per questo che il fabbisogno proteico non va sottovalutato.

“Contrastare la sarcopenia – afferma Ravera – è possibile anche in età avanzata. Anzi, è necessario”. Esistono studi che dimostrano come, persino in soggetti di oltre 90 anni, sia possibile migliorare forza e mobilità funzionale attraverso il lavoro muscolare e l’adeguato supporto alimentare.

Conclusione: il ruolo del Personal Trainer come guida per una reale ricomposizione corporea

Ricomposizione corporea non significa dieta da fame né allenamento estremo. Significa educare il cliente a capire come il proprio corpo funzioni, e come si possa cambiare in meglio agendo con metodo.

Il Personal Trainer ha un ruolo decisivo in questa transizione: non per sostituirsi al nutrizionista, ma per fornire un contesto coerente, uno sguardo critico e una guida allenante intelligente e sostenibile.

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