28.05.2025
Neuroplasticità cerebrale ed esercizio fisico, 6 obiettivi da perseguire
A partire da oggi periodicamente presenteremo gli abstract di alcuni dei principali interventi cui sarà possibile partecipare durante la Convention ISSA 2025. Si parte con il tema Neurofisiologia tra le più importanti novità di quest’anno. In particolare, con l’approfondimento sullo stretto legame tra neuroplasticità cerebrale e potenza muscolare.
Ospite d’eccezione per questa relazione e per aprire i lavori della 27ma edizione della manifestazione: Eugenio Agostino Parati, Neurologo Professore Università degli Studi di Milano.
Una serie di evidenze scientifiche recentemente riportate dalla letteratura impongono una rivisitazione dei principi che sino ad ora hanno guidato le varie metodologie di allenamento sia in ambito agonistico che in ambito “benessere”.
La prima di queste evidenze è che i muscoli sono in grado di secernere, rilasciare molecole che incidono sul trofismo e la funzionalità cerebrale. Questa evidenza è un punto di non ritorno che impone una rilettura radicale della logica che sinora ha guidato il processo di costruzione dei programmi di allenamento. Durante la contrazione muscolare una serie di molecole (Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF), Irisina, IGF-1, ecc.) determinano il corretto funzionamento del cervello.
Prova del nove di questa affermazione è che la sarcopenia, ovvero la riduzione della massa muscolare si associa alla comparsa di deficit cognitivi, si associa alla comparsa di deficit cognitivi particolarmente evidente nell’invecchiamento.
La sarcopenia è una riduzione patologica sia della massa che della forza muscolare, che è da distinguere dalla presarcopenia, dove è presente una riduzione della massa muscolare ma è conservata la forza, e a sua volta la presarcopenia va distinta dalla dinapenia, dove la massa muscolare è normale ma è ridotta la forza.
Questa, che può sembrare una accademica e noiosa suddivisione clinica, diventa lo strumento indispensabile e non eludibile per definire l’intensità e la tipologia del programma di attività fisica da “somministrare” per contrastare il processo sarcopenico.
Neuroplasticità cerebrale, 6 obiettivi da perseguire
Da quanto sopra deriva il primo punto da considerare nella nuova visione che la documentata correlazione tra neuroplasticità cerebrale, riduzione massa muscolare – riduzione delle capacità cognitive impone.
1) Mantenere o riportare la massa muscolare sopra i parametri definiti dalle scale di quantizzazione della sarcopenia
Una ulteriore evidenza scientifica è che i muscoli hanno, al loro interno, accanto alle fibre muscolari, cellule chiamate satelliti che sono in grado di formare nuove miofibre muscolari, se adeguatamente stimolate, garantendo una reale ipertrofia muscolare e non un più o meno transitorio aumento della componente liquida intracellulare.
2) Stimolare le cellule muscolari satelliti (staminali)
Le cellule satelliti sono le cellule staminali dei muscoli. Esse così come le cellule staminali degli altri organi del corpo umano, se adeguatamente stimolate, garantiscono il rinnovamento cellulare degli organi. Il rinnovamento cellulare è la vera arma per contrastare l’invecchiamento. Già, ma cosa dobbiamo fare per stimolare le cellule staminali dei muscoli e possibilmente contemporaneamente le cellule staminali di tutti gli altri organi del corpo? Importanti studi indicano che fare attività fisica ad alta intensità è la risposta. Dunque, il secondo obiettivo che le nuove conoscenze scientifiche ci impongono è la stimolazione delle cellule staminali con una attività fisica ad alta intensità.
3) Produrre lattato
Un’altra recente evidenza scientifica è che il lattato, a una certa concentrazione ematica, è in grado di stimolare le cellule progenitrici neurali ippocampali del cervello. Sono le cellule indispensabili per una memoria efficiente. Quindi, accanto all’obiettivo di aumentare la massa muscolare e stimolare le cellule staminali, si dovrà indurre un aumento dei livelli di lattato ematico.
4) Aumentare la percentuale delle fibre veloci nei muscoli
Sempre la ricerca scientifica ci dà un’altra specifica, questo altro obiettivo da raggiungere. Questo perché nel processo sarcopenico la riduzione della massa muscolare è dovuta in particolare alla riduzione delle fibre bianche (Review Int J Mol Sci. 2023 Jan 26;24(3):2415. Fiber-Type Shifting in Sarcopenia of Old Age: Proteomic Profiling of the Contractile Apparatus of Skeletal Muscles, Paul Dowling et al.). È evidente che, con obiettivi così complementari tra loro, va ristudiata la logica di scelta delle tipologie di allenamento da proporre per garantire un efficace apparato muscolare (fibre bianche e fibre rosse, ndr), in grado di fornire un valido supporto all’attività cerebrale.
5) Maximize MusclefibersBraincells per la neuroplasticità cerebrale
ISSA, consapevole di questa rivoluzione del ruolo dei muscoli nell’economia della corretta efficienza massima dell’attività cerebrale possibile, sta lavorando alla definizione di un nuovo metodo di allenamento che ha chiamato, appunto, “Maximize MusclefibersBraincells”. Scrivere Muscle Fibers Brain Cells tutto di seguito per simboleggiare una visione rivoluzionaria che considera il rapporto muscolo-cervello non come un rapporto gerarchico bidirezionale, non come due entità, ma come un unico sistema biologico. Il lavoro che si sta facendo, una volta completato e validato, vi verrà proposto per una condivisione.
6) Nutrizione
Da quanto detto sopra, è opportuno rivisitare il supporto nutrizionale, tenuto conto che l’indicazione della quantità e qualità delle proteine da consigliare (e più nello specifico degli amminoacidi essenziali) varia al variare dell’intensità dell’attività fisica. Questa attenzione per gli aspetti nutrizionali è particolarmente importante nell’invecchiamento, fase della vita in cui le proteine – e di conseguenza gli amminoacidi – sono assorbiti in modalità attiva ridotta a livello intestinale. Le recenti e innovative conoscenze scientifiche non ci propongono metodi nuovi preconfezionati per ottimizzare la funzionalità dei muscoli e del cervello. Al contrario, ci propongono nuovi obiettivi che spingono a studiare nuovi sistemi di allenamento, per i quali le logiche sin qui utilizzate mostrano dei limiti grossolani. Stimolante, non credete?