30.10.2013

I tredici punti anticonvenzionali sull’ipertrofia natural – quinta ed ultima parte

di Ado Gruzza, Accademia Italiana della Forza

 

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13. La difficoltà di sviluppare ipertrofia nei soggetti naturali è quasi sempre un problema di attivazione. Gli hardgainer faticano ad attivarsi a livello neuromuscolare in maniera efficace.

Non tutti sanno (chi li usa lo sa) che l’utilizzo di sostanze dopanti come il testosterone non solo migliorano le qualità muscolari: prima di tutto migliorano l’atleta a livello neurale. Le capacità di reclutamento diventano più efficaci e questo credo sia uno dei primissimi motivi di sviluppo nell’atleta.

Quando trovate un ragazzo in sala parecchio dotato di natura, di solito (molto spesso) questo è assolutamente predisposto a sollevare carichi, ad essere, come si dice in gergo, in spinta sotto il bilancere. Quello più scarso e dinoccolato (erroneamente marchiato come hardgainer) solitamente messo sotto un bilanciere in uno squat, all’inizio dà proprio l’impressione di non essere in grado di imprimere tutta l’energia che possiede in corpo. Scarsa capacità di attivazione.

Se un ragazzo ha questo limite, fin che non cura questo limite, non inizierà mai a crescere, potete fargli fare tutti i super set del pianeta, resterà uno scarso. Ho in squadra hardgainer natural che oggi lavorano nella sicurezza dei locali, e non vi farebbero venire voglia di fare i furbi.

 

 

addominali

IL BODYBUILDING

 

Il bodybuilding tradizionale non è sempre la scelta migliore per un natural. Sicuramente meglio fare 6 serie da 3 per 3 volte a settimana che 3 serie da 10 ogni sette giorni. I motivi sono molteplici e tutti estremamente fondati sulla realtà. Ne ho scritto sempre su Olympian’s quest’anno, fatevi spedire da Ciccarelli i numeri di marzo e maggio 2011 e non leggerete la solita roba.

Questo però non è sufficiente a spiegare tutti gli eventi.  Vero che il bodybuilding  classico non è l’ottimo per il natural però nemmeno possiamo far finta di non vedere che tutti i veramente grossi fanno molto lavoro lattacido. Al che mi sono detto che questo evento meritava una spiegazione un po’ più assennata di quelle che si sentono di solito.

 

Il lavoro lattacido SECONDO LA MIA PERSONALE ESPERIENZA andrebbe limitato ai monoarticolari, se il vostro primo problema sono le bracciotte segnate e cesellate. Fate lavoro lattacido di qualità. Gestione dei tempi sotto tensione e cura tecnica anche nei complementari monoarticolari sono un arma straordinaria per non essere schiacciati dallo stress indotto dall’acido lattico e per massimizzare benessere e quindi risposta anabolica.

Per lo più ho osservato come che fa bodybuilding cresca (anche magari non in maniera ottimale)  essenzialmente perché ha una forma mentis e l’abitudine mentale a spingere. Ci sono modi migliore per farlo? Di certo però questo tizio spinge e si fa il culo. Il supersecchione che conta ore e minuti di recupero tra l’allenamento del sartorio e quello del vasto mediale, si allena bene, cura l’esplosività però non spinge duro e non si fa il culo. I bodybuilders spesso sono rigidi come dei salami però hanno la voglia di spingere, il che se è incanalata nella maniera giusta produce grandi cose.

 

PROGRAMMA PRATICO

prossimamente vi presenteremo un modello di allenamento basato sul metodo MAV alternato ad una applicazione pratica di quello che Boris Sheiko mi propose esplicitamente via mail sull’ipertrofia del powerlifter. Due logiche che se alternate ritengo prestarsi fantasticamente al powerbodybuilder natural che cerchi un approccio razionalizzato ai carichi.

Un programma stile mav che abbracci tutti i punti sopraelencati , una sorta di modello su cui riragionare il vostro modo di imporre al corpo una risposta anabolica in ottica di alto carico, volume, frequenza, tensione e pure di pompaggio.

Soprattutto però ricordatevi che occorre farsi letteralmente il xxxx! Cool