23.05.2006
Attenti ai grassi “nascosti”: la sorpresa è nelle patatine fritte
“Se siamo attenti a quel che mangiamo e vogliamo eliminare i grassi, allora non dimentichiamo di andare alla ricerca di quelli “”nascosti””. Scopriremo così che una notevole quantità si trova nelle patatine fritte come residuo della frittura. La sottigliezza della foglia, infatti, ne incrementa l’assorbimento favorito anche da fatto che l’amido fa da “”spugna”” pur contenendo la patata l’80% di acqua che in altri alimenti costituisce una barriera all’olio. Per questo motivo una semplice fettina di carne in padella ne assorbe molto di meno. Da una indagine è risultato che l’olio nelle patatine fritte va dal 33 % al 38%, per cui un etto di patatine fornisce da 300 a 340 calorie soltanto per l’olio assorbito. Né ci viene in aiuto la versione “”light”” perché la percentuale dell’olio di frittura è pur sempre 25 e le calorie per etto di prodotto 225. Se poi si considera la frittura industriale, allora la situazione è più complicata perché viene utilizzato l’olio di palma composto prevalentemente da acidi grassi saturi nocivi per le arterie. Cosa che il consumatore non sa perché sulle etichette c’è scritto, per legge, oli vegetali. Altra cosa importante da controllare è la data di scadenza a causa dell’irrancidimento cui è soggetto l’olio, processo che viene accelerato dalla cottura.”